I
COMUNI ASSOCIATI AL PROGETTO "CULTURA
NUOVA"
STORIA E CULTURA
PASIAN DI PRATO (Ente capofila)
l toponimo Pasiano è di
antica origine e, secondo la concorde
interpretazione di diversi studiosi, è
riconducibile al nome proprio latino
Pacilius. In ogni caso il toponimo
"Pasiano" compare per la prima
volta nel Kodex Suppl. 72, conservato
presso l'Archivio di Stato di Vienna, e
redatto nel periodo compreso tra
il 1076 e il 1084. Per quanto riguarda
le effettive origini di Pasian di Prato
si può far riferimento ad alcuni
ritrovamenti archeologici, uno dei quali
in località Muris, dove nel 1985 sono
affiorate alcune macerie romane. Molto
antiche risultano anche le origini delle
frazio- ni di Passons e Colloredo di
Prato (primi secoli dopo Cristo) anche
se i relativi toponimi compaiono nei
documenti non prima del 1200.
Dalla metà
del secolo XVI Pasian di Prato, istituì
una vera e propria comunità rurale ed
amministrativa, la Vicinia o assemblea
dei Capifamiglia, che ogni due anni
eleggeva un Decano; dalla definizione di
tale autorità deriva il cognome oggi
più diffuso nel comune: Degano. Questa
forma amministrativa, che faceva capo
direttamente al Luogotenente Veneto con
sede a Udine, proseguì fino al 1797,
anno in cui l'esercito napoleonico
sconfisse il dominio della Serenissima;
dopo un breve periodo di dominazione
francese, con il Trattato di
Campoformido, anche Pasian di Prato
entrò nel dominio dell'Impero Austriaco
fino al plebiscito del 21 e 22 ottobre
1866 che sancì il definitivo passaggio
al Regno d'Italia.
Recentemente, nell'antica chiesetta
di Santa Caterina, nell'omonima
località del Capoluogo, sono riemersi
importanti affreschi di epoca
medioevale, di grande interesse storico
e artistico che, al fine di conservarne
la notevole qualità e bellezza, sono
stati oggetto di un delicato intervento
di restauro, recentemente
concluso.
CAMPOFORMIDO
La località di
Campoformido è passata alla Storia per
il famoso "Trattato" che
qui venne firmato, tra Francesi e
Austriaci, il 17 ottobre 1797 e che pose
fine alla Repubblica Veneta. A ricordare
l'evento non resta che una piccola
lapide in onore di "Napoleo Magnus";
secondo alcune fonti, tuttavia, la firma
effettiva del famoso trattato avvenne
presso la Villa Manin di Passariano. Si
tratta tuttavia di un luogo con una
storia molto più antica, atteso che il
toponimo appare fin dal XIII secolo in
alcuni documenti riguardanti una sorta
di "parlamento" che si teneva
nei pressi della chiesa di san Canciano.
Secondo
alcuni studiosi lo stesso luogo
antistante la chiesa sarebbe stato sede,
in epoca longobarda, di duelli
giudiziari imposti dalle leggi
longobarde. A questi duelli, o "monomachie",
che venivano definite con la parola
"kampg", si è soliti far
risalire lo stesso nome di Campoformido
MARTIGNACCO
Secondo alcuni studiosi,
nella zona oggi interessata dal Comune
di Martignacco, esistevano insediamenti
umani fina dall'epoca gallo-celtica.
Tali constatazioni deriverebbero,
secondo tali pareri, dalla stessa
toponomastica, nella quale - ad esempio
- al nome Martinus e Favonius, si
aggiugerebbe il tipico suffisso celtico
-acum per derivare i nomi Martignacco e
Faugnacco. Peraltro risula con certezza
che, in epoca romana, la strada a forma
di arco che ancor oggi unisce Pagnacco,
Plaino, Torreano, Ceresetto e
Martignacco, doveva costituire la
principale via di comunicazione tra le
comunità rurali del territorio.
In ogni caso
il toponimo "Martignacco"
compare nei documenti antichi per la
prima volta nel 1048.
Il territorio di Martignacco è ricco
di interessanti ville dal XVI al XX
secolo anche se l'opera artistica più
importante del territorio è conservata
nella chiesetta di San Nicolò, annessa
alla cinquecentesca Villa Deciani,
presso la quale si può ammirare un
ciclo di interessanti affreschi
trecenteschi rafiguranti un miracolo
compiuto dal Santo.
PAGNACCO
ll paese era definito
anticamente con il nome di Panacum o
Paniacum, termine che deriverebbe
secondo alcuni studiosi da Panis, una
divinità latina protettrice dei campi.
Non si conoscono particolari
testimonianze in relazione
all'insediamento umano originario del
paese, a parte l'indiretta testimonianza
derivante da toponimo che contiene il
suffisso -acum di origine celtica.
Tuttavia anche la presenza di una
frazione denominata Castellerio,
potrebbe far pensare all'esistenza in
zona di una castellum romano. In ogni
caso il toponimo compare nei documenti
per la prima volta nel 1262.
Tra le opere
di interesse presenti nel Comune merita
un cenno il nucleo che sorge ai piedi
del Castello di Fontanabona, di epoca
cinque-seicentesca, in cui risultano
tuttora evidenti gli elementi
dell'impianto urbanistico originale.